sabato 23 gennaio 2010

Spettatrici..


Stelle solitarie fanno sognare i passeggeri del treno di mezzanotte per Bergamo, che sfreccia veloce tagliando l'aria fredda di gennaio.

Davanti al ristorante "Viviana e figli", col naso rivolto verso il cielo Elvira ammira le stesse stelle, che sono tanto luminose da vincere con la loro luce la nebbia di Milano, mentre Giorgio fuma la sua Marlboro preparando mentalmente un discorso affascinante e romantico, per poi rivolgerle la parola e, con l'alito che ancora ha l'odore del tabacco e il cuore che gli batte folle nel petto, dichiararle il suo amore incondizionato per lei.

L'anziano signor Giovanni porta a passeggio il suo buon vecchio cane, suo unico compagno superstite, e mentre questi fa i suoi bisogni Giorgio alza gli occhi al cielo. Immagina una linea dorata che unisca le stelle, e si delinea così nella sua mente l'immagine della dolce moglie Dora. Sorridente, come lo è sempre stata.

Christian ha appena litigato con i suoi perchè loro "non lo capiscono", perchè loro sembrano essere nati già quarantenni. Affacciato alla finestra spera che il vento freddo porti con sè le lacrime che ora gli stanno offuscando gli occhi e rigando le sue guance.
Mentre ne assaggia il sapore salato, riesce ad intravedere le stelle, e urlando silenziosamente "aiutatemi voi da lassù, perchè qua nessuno lo fa.." si sente incredibilmente stupido, chiude la finestra e affonda il suo pianto nel cuscino.

L'auto di Stefania sfreccia nella notte. Sta tornando da una serata con amici in un pub. Anche se sentiva dentro sè che sarebbe stato meglio non tornare nel "suo pub", quello in cui sempre si dava appuntamento con il suo ex fidanzato Mariano, non aveva dato ascolto al suo intuito. S'è accorta di aver sbagliato, appena entrata, vedendolo seduto al bancone con una donna più giovane di lui, ma molto carina.
Non sopportava l'idea che lui avesse potuto portarla nello stesso luogo che era appartenuto per così tanto tempo a loro.
Prima di quel momento Stefania era ancora innamorata di lui, ma il caos che s'era formato nel suo cuore stava mutando i suoi sentimenti, come se in quel momento fosse plasmata dentro lei una nuova figura di creta.
Accostata l'auto piange, cercando poi consolazione nelle stelle che la guardano da lassù, annegate in quello sconfinato oceano blu.

domenica 17 gennaio 2010

La cosa più bella

La cosa più bella,
La cosa più bella è sapere che c'è chi ha visto in te, c'è chi ti cerca.
La cosa più bella è togliersi le maschere e i trucchi,
così semplici scoprire che qualcuno ti cerca.
Qualcuno ti ama.
Così semplici scoprire che qualcuno ha scelto te.
Te, non un'altra persona,
te.

E ora prendi te stesso per mano e cerca chi sei
prenditi la mano e va..
Per riscoprirti negli occhi dei passanti o nelle carezze dei tuoi amori.

Non sarà facile, si sa
perché la salita è ripida; più sali e più la caduta fa male.
Ma più sali più t'innalzi con fatica verso quella felicità gratuita
"gratuita" perché essa prima o poi concede un meraviglioso sorriso a tutti coloro che così la cercano,
ma anche crudele
perché appena ti ci abitui
essa sfuma tra le tue dita.
Cadi e precipiti.
L'unico perché del tuo rialzarti, del riprendere quella follia
sarà il bisogno di baciarne nuovamente il respiro,
di baciare di nuovo il respiro di quella fantasiosa libertà.
Togliti allora tutte le maschere che hai, togliti quel ridicolo trucco e lascia che quello che sei emerga con dolcezza.
Ogni caduta -perché ce ne saranno- non sarà più intralciata e causata dai tuoi costosi vestiti ingombranti come involucri molesti,
ma ogni caduta sarà parte di te, la tua frustrazione sarà motivata da una valida spiegazione:
perché sbagliare è umano, la perfezione non lo è.